Gandhi

“Quando dici qualcosa di giusto o fai qualcosa di buono, prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono infine… vinci” (Gandhi)

mercoledì 26 marzo 2014

80 anni, 2 tumori e 2 settimane di vita: “Sono guarito grazie alla cannabis”

Stan e Barb RutnerQuella di Stan Rutner è una storia che sta facendo il giro del mondo. Naturalmente non se parla in Italia, dove, anche se i più importanti giornali nazionali cominciano a parlare di cannabis come medicina, certe notizie non trovano spazio nei canali ufficiali d’informazione.
Stan e sua moglie Barb avevano già avuto a che fare con i cancro in passato. Lei era riuscita a sconfiggere un cancro al seno mentre lui era riuscito a guarire da un linfoma non Hodgkin. Ma quando la malattia è tornata a bussare alle porte della loro esistenza, Stan era più vecchio e aveva creduto che fosse la fine. A quasi 80 anni gli è infatti stato diagnosticato un cancro al polmone che ha formato metastasi anche nel cervello.
I trattamenti radioterapici e chemioterapici che l’avevano salvato quando era più giovane sono troppo pesanti per il suo fisico. Riusciva a malapena a scrivere, aveva perso completamente la memoria a breve termine, perdeva peso, soffriva di atrofia muscolare, insonnia e mancanza di energia. Dopo un’altra sessione di cure senza successo, peggiora per una polmonite causata dall’infiammazione dovuta alle radiazioni e viene ricoverato in ospedale con un respiratore 24 ore su 24.
I medici consigliano a Stan il ricovero in un ospizio anticipandogli una prognosi nefasta: secondo loro aveva due settimane di vita.
Pillole estratto cannabis
La risposta di chi non si arrende arriva dalla figlia di Stan e da suo marito, che da qualche tempo si sta informando sulle possibilità terapeutiche della cannabis. La fortuna della famiglia Rutners è quella di vivere in California, il primo Stato americano in cui è stata legalizzata la cannabis per scopi medici. E così la medicina di Stan diventa l’estratto di cannabis, simile a quello che Rick Simpson sponsorizza da anni sostenendo che cura il cancro, sotto forma di pastiglie ed estratto liquido.
“Ha iniziato a sentirsi più energico e pieno di speranza – ha raccontato la moglie a Culture – iniziando a poter camminare di nuovo, prima con un deambulatore e successivamente da solo, senza nessun aiuto: si stava riprendendo rapidamente”.
Cervello Stan no cancroNel gennaio del 2013, nei risultati della risonanza magnetica di Stan si può leggere : “Nessuna evidenza di recidiva della malattia“. Il cancro era totalmente sparito sia dal polmone, sia dal cervello e Stan, che oggi è tornato ad avere una vita normale e fa quotidianamente esercizio fisico, usa ancora le capsule di cannabis, con un contenuto minore, per mantenersi. “Per i medici  - chiarisce la moglie – è un miracolato, ma noi crederemo per sempre che sia stata la cannabis a cambiare le cose”.
Evidenze scientifiche supportano il fatto che sia THC (psicoattivo), sia il CBD (non psicoattivo), principi attivi della cannabis, possono causare la morte delle cellule tumorali per apoptosi. E secondo un recente studio dei ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, il CBD potrebbe offrire un trattamento efficace senza effetti collaterali per il cancro al cervello: “Il CBD è un fitocannabinoide non psicoattivo che risulta privo di effetti collaterali. I nostri risultati supportano il suo utilizzo come un farmaco anti-cancro efficace nella gestione dei glomi”, scrivono gli autori. Intanto in America è partito il primo studio scientifico della GW Pharmaceuticals su pazienti umani volto ad indagare gli effetti anticancro di THC e CBD in una forma di cancro al cervello, mentre la stessa società in passato ha annunciato che è stata emessa una concessione preliminare dall’Ufficio brevetti degli Stati Uniti per una domanda di brevetto che prevede l’uso di THC e CBD proprio per il trattamento del glioma.

Redazione Cannabisterapeutica.info

martedì 25 marzo 2014

Un Farmaco non Brevettabile uccide i Tumori ma nessuno ne parla

Alcuni studiosi dell’Università di Alberta, a Edmonton, in Canada hanno scoperto che un noto farmaco sarebbe già capace di uccidere le cellule del cancro al polmone, mammella e cervello, lasciando intatte quelle sane.
Si tratta del Dicloroacetato, attualmente utilizzato per trattare i disordini metabolici. E’ un farmaco senza (o quasi) effetti collaterali e/o a lungo termine, non brevettabile, oggi ampiamente disponibile e molto economico rispetto ai costosifarmaci antitumorali prodotti da grandi aziende farmaceutiche.
Gli scienziati canadesi hanno testato il dicloroacetato (DCA) sulle cellule dell’uomo, dove ha dimostrato ottimi risultati, e su topi con tumori molti gravi che si sono ridotti non appena hannno iniziato ad alimentarsi con acqua integrata con DCA.
Ma perchè le case farmaceutiche più importanti non sono coinvolte? E perchè i media non ne parlano?

Come funziona

Nelle cellule sono presenti i Mitocondri, degli organi con una struttura simile a quella dei batteri e con un proprio DNA mitocondriale, la loro funzione principale è quella di produrre energia. I mitocondri sarebbero capaci di contrastare il cancro ma hanno bisogno di una spinta. Il Dicloroacetato sarebbe capace di innescare i mitocondri affinchè combattano le cellule tumorali.

In sostanza i Mitocondri possono innescare un processo, denominato Apoptosi, che consiste nell’autodistruzione di una cellula. Nei tumori tale meccanisco non funziona, a questo gli permette di crescere a dismisura. Il DCA sarebbe in grado di riattivare i mitocondri così da permettergli di distruggere le cellule cancerogene.
Gli altri scienziati si sono sono invece sempre concentrati sulla glicolisi per ottenere lo stesso risultato, ma tale processo è di gran lunga meno efficace e più dispensioso.
Non è ipotizzare un interessamento delle case farmaceutiche a quanto detto sopra in quanto il DCA è un farmaco molto comune, poco costoso e non brevettabile, che viene utilizzato già dal 1970. Un eventuale conferma di quanto scoperto dagli scenziati canadesi non porterebbe alcun profitto.
Dal momento che le case farmaceutiche non se ne interesseranno, altri laboratori indipendenti dovrebbero iniziare a produrre questo farmaco e fare ulteriori ricerche per confermare le conclusioni di cui sopra e produrre i farmaci.

Un farmaco non brevettabile uccide i Tumori ma nessuno ne parla


che a sua volta ha usato

sabato 22 marzo 2014

La cura proibita di Simpson, l’olio di cannabis che uccide le cellule cancerose


Di Giulia Rondoni - pubblicato su Dolce Vita n°40

“Voglio che la gente impari a curarsi da sola”: è questa l’idea portata avanti da Rick Simpson, abitante di una piccola cittadina vicino a Nova Scotia, in Canada. L’interessante storia di quest’uomo comincia nel 1975 quando in un programma alla radio scopre che il Thc ha un forte potenziale nell’uccidere le cellule cancerogene. La cosa interessa particolarmente Rick, il quale un paio di anni prima aveva perso il fratello venticinquenne proprio per un cancro incurabile. In seguito, non sentendo più notizie a riguardo, accantona l’idea pensando si trattasse solamente di una trovata che non aveva risvolti concreti nella realtà. Qualche anno dopo (nel 2002) Simpson è vittima di un incidente sul lavoro che gli provoca problemi e dolori alla testa che comincia a curare con medicinali i quali, non solo non alleviano la sofferenza, ma hanno anche innumerevoli effetti collaterali.
Ricordandosi della trasmissione sentita alla radio, fa qualche ricerca e decide di comprare un po’ di marijuana e, anche solo fumandola, si rende conto che i benefici sono maggiori rispetto a quelli delle medicine. Simpson decide di abbandonare i farmaci e curarsi soltanto con la cannabis. Per evitare i problemi che il fumare può causare alle vie respiratorie, decide di estrarre l’olio dai fiori e di assumerlo oralmente.
Qualche mese dopo, guariti i dolori alla testa, gli vengono diagnosticati tre melanomi cancerosi in tre diverse parti del corpo. Il primo, vicino all’occhio, gli viene rimosso chirurgicamente. Dopo una settimana, preso l’appuntamento per rimuovere gli altri, quello vicino all’occhio torna più grande di prima. È allora che Rick sperimenta su se stesso l’olio applicandolo direttamente sulla pelle tramite cerotti. Poco dopo i tumori erano spariti e, eseguiti gli esami di accertamento, si è avuta la conferma che Rick fosse fuori pericolo.


3254922_origSimpson comincia la sua crociata per coinvolgere le aziende farmaceutiche e le autorità ma le poche risposte che riceve sono sfuggevoli. Inoltre, la Royal Canadian Legion chiude il centro di ricerca e la produzione dell’olio di canapa perché secondo le autorità Simpson stava sfruttando gli edifici, il nome, la legione come piattaforma per promuovere l’utilizzo dell’olio di canapa e quindi la droga.
La cannabis è una pianta e come tale non riceve permessi dalle comunità farmaceutiche e per quest’ultime niente permessi significa niente profitti. Gli oli prodotti dalla canapa sono le sostanze più medicamentose esistenti in natura e, fino a circa 90 anni fa, all’inizio del Novecento anche le case farmaceutiche producevano medicine con questa pianta. Ora tutto è cambiato, la cannabis rientra nella categoria delle droghe e gli innumerevoli utilizzi della canapa sono stati dimenticati.
I fiori della cannabis, quando vengono raccolti sono coperti di resina, se processati nel modo giusto, questa resina viene a creare la sostanza medicamentosa dell’olio di canapa. Ciò che sostiene e per cui si batte Simpson è che l’olio, se fosse prodotto in ambienti controllati usando materiale di prima qualità sarebbe sicuramente migliore. I modi d’uso sono la vaporizzazione, l’ingestione (indicata per malattie interne) e l’applicazione topica attraverso cerotti. Le applicazioni invece sono diverse: è indicato per qualsiasi condizione coinvolgente cellule mutanti, emicrania, melanomi della pelle, diabete, infezioni, dolori cronici, tumori interni e per regolare il peso corporeo. Un altro punto sul quale insiste il coraggioso Rick è il potenziale preventivo dell’utilizzo di olio di canapa, il quale, derivando da una pianta non risulta dannoso se assunto nelle giuste quantità e con i dovuti controlli sulla produzione.
rick_htpage_1image_onlyLe accuse di speculazione mosse a Rick Simpson (spesso dalle case farmaceutiche stesse) si dimostrano del tutto infondate, anzi, egli ci tiene a sottolineare che fornisce olio gratis dal 2003. Fino ad ora questo pioniere dell’olio di canapa è riuscito a far conoscere questa medicina solo tramite internet, alcune riviste e radio mettendo a disposizione video e spiegazioni di come l’olio viene prodotto. Le testimonianze delle persone curate dall’olio sono diverse ma non abbastanza interessanti per le case farmaceutiche. La questione che sorge spontanea a questo proposito è il vero motivo del disinteresse delle autorità. É possibile che esista una cura per il cancro e altre fastidiose malattie e che venga completamente ignorata? Rick Simpson risponde affermando che l’80% del guadagno delle case farmaceutiche deriva dai medicinali venduti per la cura del cancro e di conseguenza l’olio farebbe perdere questo prezioso introito ai colossi della farmacia. Inoltre egli afferma di essersi accorto sempre più dell’egoismo e del menefreghismo della gente incappando spesso in pazienti che nonostante si siano curati con l’olio non hanno interesse nel diffondere la cosa.

A sostegno del progetto, però c’è la fondazione Phoenix Tears con sede in Colorado. Questa fondazione ha riunito i migliori leader del settore con decenni di esperienza nella ricerca sui cannabinoidi creando il primo ambiente standardizzato di trattamento ed estrazione. Phoenix Tears ha individuato la necessità di istituire un protocollo garantendo il massimo in termini di sicurezza nella cura dei pazienti. Inoltre, a collaborare con la fondazione troviamo l’organizzazione no-profit Patient out of time che racchiude medici e pazienti con l’obiettivo di promuovere all’opinione pubblica e alle istituzioni, l’uso della cannabis nei trattamenti medici. Oltre a fornire articoli e documentazione gratuita sul sito internet, si impegnano per fare in modo che ci siano sempre più organizzazioni che supportino l’accesso dei pazienti alla cannabis. Mettono inoltre a disposizione testimonianze di esperti per le udienze legislative e avvocati specializzati in casi relativi alla cannabis.
La fondazione Phoenix Tears ha acquistato 5 acri di terra da utilizzare per la coltivazione nella propria sede, inoltre c’è il progetto della creazione di un centro di guarigione proprio in quest’area. Il materiale a proposito dell’esperienza di Rick Simpson e della fondazione Phoenix Tears è molto e anche le testimonianze di pazienti che si sono curati con l’olio di canapa. Rick Simpson invita gli interessati ad informarsi e a diffondere il più possibile questo medicinale nella speranza che un giorno le ricerche diventino sempre di più e che si ritorni a sfruttare una delle più antiche risorse esistenti.


Autrice: Giulia Rondoni
Pubblicato su Dolce Vita n°40 

cannabisterapeutica.info